Maram al- Masri ritorna a Salerno grazie al progetto Voci Migranti, organizzato da Casa della Poesia in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno e alcune istituzioni scolastiche cittadine tra cui il Liceo Alfano I.
La poetessa, oppositrice del regime di Assad, fuggita a Parigi (dove vive attualmente) dal 1982, dedica i suoi versi alle donne vittime di violenza, al dolore del popolo siriano, alla violazione dei diritti umani.
Oggi, 5 aprile, la dirigente Elisabetta Barone ha introdotto in aula magna l’incontro con studenti e docenti in cui temi come il ripudio della guerra, l’urgenza delle minacce mondiali, la continua emergenza profughi, la poesia come strumento di lotta, sono stati al centro di una comune riflessione, di domande e di letture partecipate.
L’escalation a Gaza ha avuto un impatto anche sulla Siria già martoriata, paese con un disperato bisogno d’assistenza umanitaria. Violazioni diffuse sono in aumento, come il numero di bambini che richiedono servizi di protezione per l’infanzia.
Ci sono ferite che non si rimarginano – racconta Maram- Ho perso la mia casa, le mie braccia conoscono il dolore di una madre a cui è stato strappato il figlio. Ho scritto la mia raccolta Anime scalze nel 2011 frequentando un centro di accoglienza e ascoltando storie di violenza sulle donne raccontate proprio dai loro figli.
Intenso e profondo il racconto di episodi legati a personaggi divenuti protagonisti delle sue raccolte, fiero e tenero quello del rapporto con la madre da cui ha ereditato il coraggio di seguire la strada della libertà.
Il ruolo dei social, che la poetessa utilizza come unica possibilità di informazione non mediata, le ha offerto sia la possibilità di mantenere contatti con il suo paese, sia di pubblicare una recente antologia di 50 poetesse del mondo arabo.
La sua voce scuote gli animi, fa crollare le maschere. È un canto triste e fiero, quello di un’attivista politica, di una donna che vede la sua patria condannata a morte, è un canto che sale da corpi che si mescolano alla terra per diventare icone di questo secolo (cit. da Arriva nuda la libertà).
Un grande canto d’amore disperato e innamorato di un’umanità dolente che solo la voce della poesia può far vivere.
0